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COMPETENZE DIGITALI E DIGITAL MISMATCH

L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE DIGITALE

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad eccezionali progressi nelle tecnologie di base e soprattutto nelle tecnologie digitali. Entrambe investono tutte le organizzazioni e attività umane modificando in modo crescente l’economia, le società, i mercati, i territori, le istituzioni, le imprese, le pubbliche amministrazioni, le scuole, la sanità, la mobilità, la nostra vita quotidiana e tanto altro.

Quali sono esattamente le tecnologie di cui parliamo?

Il panorama è vastissimo ed in continua evoluzione ma possiamo individuare i principali asset tecnologici:

  • La Robotica – che mira ad una maggiore efficienza dei compiti prima svolti dall’uomo
  • Il Computing – per lo sviluppo di enormi capacità di calcolo e connettività
  • I Big Data – che possono trattare enormi volumi di informazioni e trarre degli output di grande valore attraverso degli algoritmi molto sofisticati
  • L’ Intelligenza Artificiale e Machine Learning – in grado di riconoscere immagini, suoni e puntare alla risoluzione di problemi complessi

LE COMPETENZE DIGITALI

Una prima definizione di Competenze Digitali la troviamo in un documento del 2006 del Parlamento Europeo che riporta quanto segue:

“la competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”

Oggi la Digital transformation ha determinato un significato più ampio e articolato del termine, individuando nelle competenze digitali un vasto insieme di abilità tecnologiche che consentono di individuare, valutare, utilizzare, condividere e creare contenuti, utilizzando le tecnologie informatiche ed Internet.

Si è arrivati, addirittura, ad una differenziazione tra:

  • Digital Hard Skill (sono le competenze quantificabili come saper usare programmi e pacchetti informatici o linguaggi di programmazione)
  • Digital Soft Skill (abilità trasversali come la capacità di problem solving, il knowledge networking, il new media literacy)

La richiesta di competenze digitali da parte del mercato del lavoro sta aumentando in modo esponenziale ed entro i prossimi 5 anni le competenze digitali richieste saranno sempre più specifiche e di alto profilo.

Un recente studio, condotto nel 2017 in Italia, a fronte di una richiesta di oltre 4 mila ingegneri informatici, evidenzia che solo poche centinaia di persone hanno conseguito la laurea in questo settore, dato estremamente importante della carenza di personale qualificato nel mercato dell’ICT – Information and Communication Technology. Secondo un’indagine sulle professioni del futuro condotta da Intribe sull’analisi dei Big Data e sul monitoraggio delle conversazioni social in collaborazione con Asseprim – Federazione Nazionale dei Servizi Professionali, l’Europa nel 2020 si trova a fronteggiare una mancanza di oltre 750 mila risorse.

Il 65% dei bambini che stanno frequentando la scuola materna, in futuro svolgeranno professioni che ancora oggi non esistono, considerato che tra circa 2 anni il 25% delle posizioni lavorative aperte riguarderà proprio nuove professioni inerenti al mondo digitale. Tali indagini ci dicono come la figura del lavoratore medio, con uno scarso livello di preparazione è destinato a scomparire.

In questo contesto si colloca il fenomeno del DIGITAL MISMATCH ovvero il divario tra le competenze tecnologiche e digitali possedute dai lavoratori e quelle richieste dal mondo del lavoro.

I motivi che determinano questo disallineamento sono essenzialmente 4:

  • La formazione delle competenze digitali e tecnologica è onerosa
  • L’offerta formativa, a partire dalle scuole, non è in grado di fornire le skills necessarie ad un mondo del lavoro in continua e rapida evoluzione
  • Il settore pubblico è paralizzato dalla mancanza di turnover che, invece, sarebbe auspicabile per una maggiore contaminazione da parte delle nuove generazione, certamente più digitali, verso le vecchie generazioni
  • Le aziende hanno difficolta ad attrarre e mantenere talenti digitali che temono di non trovare in esse ambienti stimolanti sotto questo aspetto

RESKILLING E FORMAZIONE sono le parole d’ordine del futuro!

Le nazioni che sapranno affrontare al meglio questa carenza di competenze saranno quelle più competitive ed in grado di affrontare le sfide economiche del futuro.Di certo sarà fondamentale stimolare l’offerta.

Gli studenti dovrebbero puntare su corsi nell’ambito delle lauree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) perché queste sono le lauree che daranno i maggiori sbocchi professionali.

I lavoratori dovranno colmare il gap che esiste nella propria preparazione rispetto all’evoluzione tecnologica  e dovranno farlo attraverso corsi autonomi o attraverso corsi aziendali periodici messi in campo dalle stesse aziende.

Le persone in cerca di occupazione dovranno assolutamente aggiornare la propria preparazione per non rimanere tagliati fuori da un mercato del lavoro sempre più competitivo. Oggi la formazione si può svolgere in varie forme e, sempre più, a distanza attraverso webinar, workshop e corsi on line così da permettere a tutti di poter partecipare nonostante le possibili distanze fisiche

Le Aziende dovranno organizzarsi ed adeguarsi a questi cambiamenti investendo sulla formazione e su modelli di governance adeguati.

La sfida che ci attende è certamente complessa ma è fondamentale metter in campo strategie adeguate per stare al passo dei rapidi cambiamenti tecnologici, non facendoci trovare impreparati, nonostante l’evidente ritardo che, questa fase difficile della nostra vita, sta evidenziando.

 

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